News sul piede diabetico

ADTS diabete

Leggo oggi -febbraio 2023- un articolo di Paola Caruso e Fabiana Piccone pubblicato sul Journal Club di SID che davvero mi rattrista. Dicono le autrici:” ad oggi, gli sforzi volti a migliorare la gestione dei pazienti con piede diabetico non hanno ottenuto una riduzione significativa del rischio di amputazione, con evidenti difformità geografiche, sia nell’incidenza che nell’accessibilità a cure adeguate”.

Ancora: “ la prevenzione e la diagnosi precoce di piede diabetico, nel contesto di una gestione multidisciplinare, rimangono gli strumenti più importanti per ridurre l’incidenza di piede diabetico e prevenirne le conseguenze”. Eppure io mi ricordo come anni fa la riduzione delle amputazioni e la prevenzione del piede diabetico fosse un obiettivo a cui SID e AMD tendevano con tenacia e mi pareva di ricordare che la sfida fosse stata almeno parzialmente vinta.

Questo articolo preoccupa. Provo a cercare una spiegazione. Negli ultimi anni il sovraccarico delle strutture diabetologiche specialistiche si è aggravato, sia per l’aumento del numero dei malati, sia per la carenza di personale. La tabella di marcia di un ambulatorio specialistico è gravosa, il tempo che il diabetologo ha a sua disposizione per ogni visita è ridotto e con la complessità che spesso contraddistingue il malato diabetico( spesso portatore di altre patologie ,specialmente cardio vascolari) diventa arduo arrivare a tutto. Per fare diagnosi di alterazioni del piede, bisogna che il paziente tolga scarpe e calze; il medico deve ispezionare attentamente il piede, valutare se le arterie pedidie pulsano regolarmente ( basta una palpazione con le dita delle mani), valutare se la sensibilità sia tattile che termica che pallestesica ( la si valuta con un semplice diapason) sono conservate oppure no, valutare pericolose callosità o zone arrossate e anche dare un’occhiata alle calzature che il paziente indossa.

Ma il Medico ha tutto questo tempo? Purtroppo spesso no. E quanti sono i centri antidiabetici con personale sufficiente? E quanti possono contare sulla figura del podologo? Se poi vado a leggere che – secondo SID e AMD- dovrebbe esserci un diabetologo e un infermiere ogni 1000 pazienti, pensando alla situazione varesina, mi rattristo ancor di più. Infatti in questa realtà, a fronte di oltre 16000 malati diabetici ,ci sono 6 diabetologhe, oggi nuovamente ridotte a 5 per una gravidanza a rischio non sostituita, e 6 infermiere dedicate.

Tra questi operatori sanitari, 1 diabetologa e 2 infermiere lavorano a Tradate, dove afferiscono 4500 dei 16000 pazienti ricordati. Come Associazione abbiamo ben presente la situazione e facciamo e faremo le nostre richieste e le nostre pressioni. Ma resta il fatto che i tempi di attesa sono inaccettabili e se c’è qualche urgenza è solo l’abnegazione e la disponibilità delle dottoresse che pone parziale rimedio. Speriamo che la Regione abbia ben presenti queste problematiche e dia ai Direttori Generali indicazioni e suggerimenti che possano portare ad un miglioramento della situazione in tempi rapidi. Nel frattempo, ancora una volta, l’educazione del paziente nei confronti della propria malattia e delle sue complicanze può porre rimedio almeno parziale a guai peggiori.

Dr Alberto Nicodano