L'educazione nel diabete tipo 2: meglio soli o ben accompagnati?


ADTS diabete

Background e obiettivo del lavoro: Meglio offrire una educazione individuale o di gruppo nei pazienti con diabete tipo 2? Questa meta-analisi affronta questo argomento essenziale della terapia del diabete valutando l’efficacia (sul controllo glicemico e non solo) di questi due approcci.
Metodi e risultati principali: Gli autori hanno condotto una meta-analisi (registrazione su Prospero: 243149) di studi clinici randomizzati, della durata di almeno 6 mesi, che confrontassero programmi educazionali di gruppo o individuali nei pazienti con diabete tipo 2. Come obiettivo primario è stato scelto il controllo glicemico (HbA1c o glicemia a digiuno), ma tra gli obiettivi secondari sono stati considerati anche profilo lipidico, BMI, circonferenza vita, controllo pressorio nonché consapevolezza/conoscenza del paziente e qualità di vita. Dopo aver accuratamente incluso 14 studi, gli autori non hanno evidenziato alcuna differenza significativa tra i due approcci in termini di HbA1c (terapia di gruppo vs. individuale -0.39 mmol/mol, p=0.11). Tuttavia, l’analisi di meta-regressione (per cercare fattori che influenzassero tale efficacia), ha mostrato che l’efficacia si spostava a favore della terapia di gruppo nei pazienti con età più avanzata e durata del diabete più lunga o in quelli con valori di HbA1c più bassi, e in particolare quando l’analisi era limitata ai pazienti non in trattamento con insulina. Inoltre, complessivamente la terapia di gruppo era associata a miglior consapevolezza e miglior qualità di vita del paziente.
Conclusioni e commento editoriale: L’educazione del paziente rappresenta una componente essenziale nella gestione dei pazienti con malattie croniche come il diabete tipo 2, importanza chiaramente sottolineata nei diversi Standard di cura nazionali ed internazionali.
Questa metanalisi risponde al quesito iniziale mostrando che nei soggetti con diabete tipo 2 l’educazione di gruppo e individuale hanno una efficacia sovrapponibile in termini di controllo glicemico, profilo pressorio, variazioni del peso corporeo, e di profilo lipidico, anche se l’approccio di gruppo sembra fornire maggior vantaggi in termini di consapevolezza e conoscenza della malattia nonché qualità di vita. Lo studio non ha affrontato la tematica dei costi ed organizzativa dei due approcci, ma è facile immaginare che il costo dell’approccio educativo di gruppo sia inferiore rispetto a quello individuale anche se questo lavoro sottolinea anche l’elevata eterogeneità dei percorsi educativi di gruppo oggetto delle pubblicazioni analizzate sia in termini di numero di sessioni (da 3 a 19) e di durata (da 40’ a 6 ore). Sicuramente, come sottolineato dagli autori vi è la necessità di incentivare ulteriori ricerche in questo ambito, così da individuare il modo migliore per educare efficacemente i pazienti con diabete tipo 2.  
Nel frattempo che nuovi studi chiariscano questi punti si può concludere richiamando un popolare detto africano: “Se vuoi andare veloce parti da solo, se vuoi andare lontano, parti in gruppo.”

A cura di Mario Luca Morieri e Ilaria Dicembrini